In questo periodo di pandemia tutti noi abbiamo dovuto imparare ad orientarci in mezzo ad una “selva oscura” di decreti ed ordinanze usciti a raffica, in tempi brevi, a volte addirittura sovrapposti gli uni agli altri, nonché a destreggiarci tra moduli di autocertificazione, più volte sostituiti da nuove versioni. Ci siamo, a torto o a ragione, sentiti ostaggio di divieti e limitazioni che hanno danneggiato la ns. vita sociale e la ns. passione sportiva. Ma abbiamo dovuto accettare le restrizioni in nome della salute e per arginare il contagio di un VIRUS sconosciuto e molto pericoloso.
Oggi siamo, chi più chi meno, in grado di comprendere le differenze tra un DPCM, un Decreto Legge e un’Ordinanza Regionale e/o Comunale, e soprattutto possiamo informarci esaminandone direttamente i testi. Questa possibilità dovrebbe averci messo al riparo da “fake news” e da leggende metropolitane ma, purtroppo, non sempre è così.
Per questo motivo è diventato prioritario spiegare esattamente quale sia la situazione dei “Softgunners” italiani in questi tempi di pandemia.
Per tornare a praticare gli allenamenti, attualmente ed in attesa del prossimo DPCM, si erano manifestate due vie:
1. La prima opzione era ed è, fino al 15 gennaio prossimo, quella di seguire il DPCM del 3 dicembre 2020 (art.1 comma 10 lettera d) che, dopo la fine della zona rossa il 6 dicembre scorso, dava la possibilità a tutti gli italiani di praticare l’attività sportiva e l’attività motoria all’aperto, senza specificare se individualmente e/o di gruppo, nel rispetto della distanza minima di 2 metri, purché si osservassero le normative di sicurezza.
2. La seconda opzione, valida in teoria dal 18 novembre scorso, ma non in pratica, (a causa del doppio annullamento da parte del CONI dei calendari inviati da tutti gli EPS), prevede che gli agonisti possano praticare l’allenamento se la loro associazione partecipa ad eventi riconosciuti di interesse nazionale dal CONI, dalle Federazioni olimpiche, dalle Discipline Associate e dagli EPS.
Questa seconda opzione ha però necessità di approfondimenti ed in particolare è necessario spiegare perché ad oggi nessun softgunner, indipendentemente dall’ente che l’ha tesserato, può allenarsi liberamente. Il punto fondamentale è che nessun EPS ha calendarizzato nel corrente mese di gennaio gare/manifestazioni di interesse nazionale. Questa affermazione è facilmente verificabile sul sito del CONI, all’interno del quale sono pubblicati tutti i calendari delle Federazioni olimpiche, delle Discipline Associate e degli EPS.
FIGT ha comunicato 4 campionati nazionali, (PCR, PLR, Italian Shake, Lasertag), le cui date sono state calendarizzate a partire dal mese di febbraio. Le ASD affiliate potranno aderire a tutti i futuri campionati dividendo numericamente i propri agonisti in base ai relativi regolamenti di gioco, formando la squadra e le riserve.
E’ evidente che fino al 1° febbraio 2021 la via del CONI non sarà percorribile, salvo cambiamenti dell’ultima ora.
E’ bene precisare che sarà obbligatorio, per potersi allenare seguendo le direttive del CONI, essere iscritti al registro CONI 2.0 e che gli agonisti, partecipanti alle singole competizioni, dovranno figurare in un apposito elenco che l’EPS comunicherà al CONI, nonché essere muniti di certificato agonistico.
I tesserati che non rientreranno negli elenchi trasmessi al CONI, se tutto rimane immutato, non potranno allenarsi.
Se il prossimo DPCM avrà una maglia allargata, come quello del 3 dicembre 2020, i tesserati esclusi ma, in genere, tutti i tesserati agonisti e non, potranno allenarsi in osservanza al permesso di praticare attività sportiva e attività motoria nel rispetto delle distanze e delle norme di sicurezza e in base alla suddivisione del territorio italiano in zone gialla, gialla rafforzata, arancione, rossa ed eventuale zona bianca istituita nel futuro.
Segreteria FIGT